martedì 15 febbraio 2011

Wwf, la raccolta differenziata 'porta a porta' risolverebbe l'emergenza rifiuti a Napoli

La soluzione alla crisi cronica dei rifiuti che coinvolge Napoli è rappresentata dalla raccolta differenziata 'porta a porta' che farebbe risparmiare 40 milioni all'anno, lasciando alle spalle definitivamente 17 anni di emergenza.

Ne è convinto il Wwf che oggi nel capoluogo campano, ha presentato una ricerca condotta nel 2010 da una équipe di docenti e ricercatori del Dipartimento di Sociologia dell'Università Federico II di Napoli su un campione di 1.341 cittadini napoletani, residenti nei 7 quartieri (Bagnoli, Chiaiano, Colli Aminei, Ponticelli, Rione Alto e San Giovanni a Teduccio) che usufruiscono del servizio di raccolta 'porta a porta'.

In questi quartieri, grazie a un progetto portato avanti dal Wwf, il 'porta a porta' realizza il 60% di raccolta differenziata con punte oltre il 90% come rilevato nella video inchiesta dello scorso dicembre. L'indagine è stata commissionata dal Wwf Ricerche e Progetti per Asia SpA per rilevare il livello di soddisfazione dei cittadini.

In particolare, l'indagine ha rilevato che l'avvio del servizio di raccolta porta a porta ha convinto la maggioranza del campione (66,8%) a impegnarsi nella differenziazione dei rifiuti. Confrontata con il precedente sistema di raccolta, la differenziata porta a porta risulta nettamente vincente (il 77% degli intervistati preferisce il porta a porta).

Nel complesso, gli utenti sono molto soddisfatti dei servizi informativi, un po' meno per quanto riguarda i tempi della raccolta (calendarizzazione, puntualita' e frequenza del ritiro) e molto poco per quanto riguarda la pulizia dei contenitori.

Per quanto riguarda il grado di impegno percepito dall'utenza in merito alle pratiche introdotte dal servizio, 'tenere i rifiuti in casa fino al successivo ritiro' è il compito più impegnativo (60,6%). Questa difficoltà e' legata a fattori quali: il rispetto dei tempi di ritiro, gli intervalli (più lunghi) tra un ritiro e l'altro rispetto al sistema 'stradale'.

Gli altri aspetti della raccolta differenzia porta a porta (ricordare il calendario del ritiro dei rifiuti, trasportare i bidoni al punto di raccolta, differenziare correttamente i rifiuti) mediamente non sono considerati impegnativi dai cittadini.

Sul piano della fiducia riposta negli attori principali del servizio (operatori, Asia, aziende che riciclano i materiali) emergono dati complessivamente poco incoraggianti, in cui solo gli operatori registrano un certo grado di fiducia (51,3%). Per quanto riguarda chi organizza e gestisce la raccolta differenziata, l'area della fiducia appare piuttosto limitata (29,3%). Anche nei confronti delle aziende che riciclano i rifiuti differenziati si registra un rapporto fiducia/sfiducia incerto (35,1%).

Questo dato fa riflettere sulla ''sfiducia'' nelle istituzioni: mentre il 51,3% degli intervistati ha fiducia negli operatori lo stesso dato non si registra nei confronti dell'azienda intesa come soggetto ''istituzionale''. Più dell'83,2% degli intervistati ritiene la sanzione uno strumento necessario per favorire una corretta separazione dei rifiuti (47.4% moltissimo; 35.8% molto) e chiede che vengano multati i cittadini inadempienti.

Fonte: Adnkronos

venerdì 11 febbraio 2011

ROMA DIFFERENTE BOCCIA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA ALLA ROMANA

Si è svolta ieri nella sede di Occhio del Riciclone la conferenza stampa per la presentazione dei risultati del sondaggio svolto durante gli ultimi 8 mesi. La campagna RomaDifferente ha voluto fare un bilancio del sistema di raccolta proposto da AMA nello scorso Giugno in 6 quartieri romani e fondato esclusivamente su modalità di prossimità.

“I cittadini denunciano un preoccupante crollo del decoro nei loro quartieri, con cassonetti stracolmi e cumuli di sacchetti abbandonati a lato e contenenti rifiuti di ogni tipo, sacchetti con scarti organici compresi”, spiega Maya Battisti, responsabile della campagna, che aggiunge: “Rigidità d’orario, distanze spesso rilevanti e una logistica inadeguata rendono i punti mobili uno degli elementi su cui molti residenti puntano il dito”.

Eppure più del 90% dei romani intervistati hanno affermato di considerare la raccolta differenziata molto importante ma, aggiungono, deve essere organizzata in modo efficiente.

“Molti cittadini esprimono forti perplessità sull’efficacia degli investimenti affrontati per sviluppare questo sistema, di cui si fa fatica ad intuire i reali vantaggi data l’alta impurità dei materiali presenti nei cassonetti stradali, facilmente verificabile da chiunque”, prosegue Maya Battisti.

Il timore è che la Tarsu continui ad aumentare senza i vantaggi di un sistema di differenziata efficiente che nel medio periodo porta ad un abbassamento dei costi per i minori quantitativi avviati a smaltimento e il maggiore recupero di materiali riciclabili.

“La sensazione, comune nei residenti dei quartieri che stanno sperimentando il sistema basato sui punti mobili ed i cassonetti, è che azienda e Comune stiano tentando di scaricare tutto l’onere della differenziata sui cittadini, i quali non hanno nemmeno ricevuto la fornitura annua di sacchetti per la raccolta dell’organico, che vengono dati loro di volta in volta al momento del conferimento" spiega Maya Battisti.

In conclusione, aggiunge la responsabile della campagna, “Pare che l’intenzione sia quella di interrompere le forniture gratuite per dirottare i cittadini sui sacchetti in bioplastica forniti nei supermercati, per questo c’è stato il cambio rispetto ai precedenti in carta riciclata, nonostante fossero maggiormente indicati per ovviare ai problemi di cattivi odori grazie alle proprietà traspiranti della carta. Il problema è che i sacchetti in bioplastica compostabili sono molto fragili e utilizzati come sporta per la spesa si bucano, rendendo impossibile il loro riutilizzo per la raccolta dell’organico. Dunque i cittadini dovranno sopportare anche il costo dei sacchetti dopo essere chiamati a collaborare ad un sistema strutturalmente inefficiente?”.



lunedì 7 febbraio 2011

Conferenza Stampa Roma Differente

LA CAMPAGNA ROMA DIFFERENTE PRESENTA IL SUO BILANCIO SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA ALLA ROMANA:

NON PIACE AI CITTADINI, NON SERVE ALL’AMBIENTE

Dopo mesi di attività la campagna RomaDifferente traccia un bilancio del nuovo sistema di differenziata sperimentato da oltre 400.000 cittadini della Capitale

10 Febbraio 2011 ore 11

presso la sede di Occhio del Riciclone in via Ughelli, 27 - Roma

Con il nuovo sistema gli unici cassonetti a sparire sono stati quelli dell’indifferenziato così che quelli rimasti, per carta e multimateriale, vengono presi d’assalto e riempiti di tutto, non solo da parte di chi non vuole aderire al nuovo metodo ma anche – e purtroppo – da parte di chi non ci riesce. Orari e collocazioni oltremodo scomodi rendono infatti i punti mobili una delle scelte più impopolari di questa raccolta differenziata alla romana. In generale, la qualita' della differenziata a Roma e' scesa drasticamente, e la mancanza di informazione puntuale genera ancora più confusione e inefficienza. L’AMA ha applicato il nuovo sistema ignorando di fatto il Patto elettorale di Alemanno di estendere la raccolta porta a porta autentica! Con i bidoncini di pertinenza condominiale si abbattono distanze e rigidità di orario e la qualità del differenziato aumenta esponenzialmente. Ma l’azienda di igiene urbana afferma che quest’ultimo sistema e' troppo costoso nonostante le esperienze di piena sostenibilità economica sperimentate in un gran numero di contesti italiani ed europei. Allo stesso tempo rifiuta di rendere pubblici i costi disaggregati delle sue sperimentazioni di porta a porta, dando adito a dubbi sulla sua intenzione di applicare veramente questo sistema.

Da Maggio 2010 Occhio del Riciclone é presente tutte le settimane nei quartieri dove viene applicato il nuovo sistema con l’obiettivo di informare, sensibilizzare, coinvolgere e sopratutto ascoltare i cittadini. La Campagna ha compreso, tra le altre attività, un sondaggio e una raccolta firme.

Il 97% dei cittadini coinvolti dal nuovo sistema hanno dichiarato di considerare la RD in se' molto importante, infatti il 70% di loro la faceva anche prima dell’introduzione della raccolta dell’organico, anche se il 60% riteneva la raccolta stradale fosse fortemente inadeguata. L’avvio di una nuova “era” è stata perciò accolta con vivo interesse ma anche con qualche scetticismo, che a distanza di mesi si è rivelato tragicamente profetico.

Perplessita' e disinformazione caratterizzano anche sull’uso dei sacchetti per l’organico: con la comparsa delle shopper in bioplastica nei supermercati il messaggio su quale tipo di sacchetto va usato per la sua raccolta è sempre piu' confuso, e il concetto di “biodegradabile” si confonde con quello di “compostabile”. Continuando a fornire i sacchetti in carta riciclata il problema non si sarebbe posto, ma l’obiettivo, a quanto sembra, è interrompere la fornitura gratuita alle utenze dirottandole su materiali di altro tipo.

In brevissimo tempo quasi 1.000 cittadini dei quartieri dove vigono i nuovi sistemi hanno firmato per chiedere l’abolizione dei cassonetti stradali a favore dei bidoncini condominiali, la rimodulazione dell’uso dei punti mobili e maggiori informazioni su tutti gli aspetti pratici legati alla differenziazione dell’organico e delle altre frazioni differenziabili.

Info:

3290696725

0697840466

RomaDifferente al parco della Caffarella

Domenica 6 Febbraio 2011. Parco della Caffarella, Appio Latino. In un questa parte del quartiere in cui, da una parte, esistono solo i classici cassonetti (verdi, blu e bianchi) e, dall’altra, si sperimentano i punti mobili per la raccolta dei rifiuti organici e indifferenziati, la soddisfazione delle persone non è molta.

L’insoddisfazione dei punti mobili, come abbiamo già appreso in altri quartieri, deriva soprattutto dai vincoli dettati dagli orari a cui l’utente deve sottostare per riuscire a buttare il suo sacchetto di rifiuti (organico e/o indifferenziato che sia); la pena per chi non riesce a rispettare l’orario stabilito è quella di riportarsi il sacchetto a casa o, peggio ancora, buttarlo nel primo cassonetto disponibile (!).

Un’altra problematica emersa frequentemente a proposito dei punti mobili è relativa al target degli anziani o delle persone che hanno problemi di deambulazione. Altri target invece hanno individuato negli orari di conferimento un vincolo difficile da soddisfare per cui, se il punto mobile non viene "intercettato" al luogo giusto nel momento giusto, il rifiuto torna a casa dopo una brava passeggiata o nel peggiore dei casi viene abbandonato a lato dei cassonetti destinati alle altre frazioni riciclabili (carta e multimateriale).

Anche per questi motivi l’interesse delle persone al banchetto informativo di “Roma Differente” è stata viva e partecipe.

La raccolta di rifiuti Porta a Porta eviterebbe problemi relativi ad orari e lontananze e consentirebbe una qualità migliore rispetto ai cassonetti, oggetto di conferimenti “impropri” di qualsiasi tipo.

A fine giornata molte sono state le persone che ci hanno rivolto la domanda: “Perché in città come Milano e Torino si riesce da tempo a fare le raccolte domiciliari e a Roma no?”

RomaDifferente a Colli Albani

Quartiere Appio Tuscolano, Via Meneghini a pochi passi da Largo dei Colli Albani.

A salutarci in questa domenica di inizio febbraio c’è un sole caldo e un invitante profumo di frappe e castagnole. La mattinata comincia così all’insegna del buonumore.

Pian piano cominciano ad avvicinarsi i primi cittadini tra i quali molti residenti in quella parte del quartiere in cui la raccolta dei rifiuti è rimasta ancora al sistema dei cassonetti stradali e che per questo si dimostrano vivamente interessati a sapere di più rispetto al passaggio al sistema dei punti mobili.

Tra le valutazioni, spesso positive, dei cittadini toccati dal nuovo sistema di raccolta, riscontriamo tuttavia alcune criticità legate in particolar modo alla distanza dei punti mobili, alla scomodità degli orari e in ultimo ma non meno importante, all’inciviltà dei concittadini che continuano incuranti ad abbandonare gli scarti organici e indifferenziati accanto ai cassonetti per la raccolta della plastica e della carta. E’ proprio per questo che, a maggior ragione, molti condividono con noi l’idea che il passaggio al sistema Porta a porta potrebbe rappresentare una soluzione concreta al “problema” rifiuti.

Con piacere notiamo tra loro anche alcuni giovani che supportano con entusiasmo la nostra iniziativa a favore di una Roma veramente “Differente”, fatta di cittadini informati, responsabili e per questo consapevoli dell’importanza della raccolta differenziata non solo come buona azione, ma anche e soprattutto come impegno e dovere individuale e collettivo. Nonostante le perplessità evidenziate da alcuni rispetto alla fattibilità di un sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta in una metropoli come Roma, raccogliamo con piacere riscontri molto positivi da cittadini che hanno avuto modo di sperimentare il sistema Porta a porta in altre città Italiane e che credono fermamente esso sia ripetibile nella capitale.

Se è vero, come riteniamo, che le buone pratiche di differenziazione dei rifiuti vadano insegnate sin dalla più tenera età, abbiamo con piacere accolto la curiosità di una bambina che ascoltando la spiegazione del padre rispetto ai benefici del sistema di raccolta Porta a porta, ha esclamato “che bello, così sarebbe più facile!”.

Con questa bella affermazione e tante firme a favore del passaggio al sistema Porta a porta, concludiamo un’altra mattinata soddisfatti della partecipazione e dei tanti riscontri positivi da parte dei nostri concittadini.

mercoledì 2 febbraio 2011

Roma Differente a Villa Lazzaroni

È l’ultima domenica di Gennaio e ci troviamo a Villa Lazzaroni, nel quartiere Appio. Posizionato il nostro banchetto vicino alle giostre dei bambini, iniziamo ad avvicinare le poche persone che camminano nel parco sotto un pallido sole mattutino. La giornata inizia con lentezza e anche qualche diffidenza, ma con lo scaldarsi dell’aria anche le persone sembrano più disponibili a interagire con noi.

Alcuni si avvicinano al banchetto intenzionalmente, chiedendoci informazioni e mostrandosi interessati alle nostre attività: si percepiscono vivo interesse e voglia di dare il proprio contributo, non sempre riscontrati in altre zone della città.

Il quartiere è attualmente “spaccato” in due aree, una in cui è ancora presente la raccolta dei rifiuti stradale e un’altra in cui è stato attivato il passaggio alla raccolta differenziata con i punti mobili.

In entrambi i casi i cittadini lamentano uno scarso funzionamento del servizio di raccolta e una sfiducia verso chi gestisce il servizio. Il fatto che i cassonetti siano sempre pieni e non ci sia regolarità nel ritiro dei rifiuti, insinua alcune perplessità nei residenti sull'efficacia del nuovo modello di raccolta dei rifiuti e circa i suoi effettivi vantaggi.

Molti di coloro che si fermano a chiacchierare puntano il dito verso i propri concittadini, sottolineando l’inciviltà della pratica di abbandono dei rifiuti indifferenziati e organici presso i cassonetti blu e bianchi adibiti alla raccolta differenziata.

Del resto, osservano, i cambiamenti culturali devono essere accompagnati dall'amministrazione e avere il tempo di maturare. Per questo - ci dicono - sarebbe opportuno togliere tutti i cassonetti, così da obbligare tutti i cittadini, anche quelli maggiormente restii al cambiamento, a fare la propria parte. E poi prevedere controlli e sanzioni, ma solo dopo aver adeguatamento informato la cittadinanza.

E così la voglia dei cittadini di contribuire al cambiamento della propria qualità di vita e alla sensibilizzazione dei più "ritrosi", ci fa collezionare anche oggi un buon numero di firme e di opinioni sul sistema di raccolta differenziata del quartiere, che ci dà la carica giusta per continuare la nostra campagna “differente”.

venerdì 21 gennaio 2011

Falsi Bio-shopper: attentato alla raccolta dell'organico!

L'inizio del nuovo anno ci ha salutato con la messa al bando delle vecchie buste di plastica (salvo esaurimento scorte esistenti).

Naturalmente molti punti vendita e catene commerciali hanno cercato per tempo una soluzione "sostenibile" da offrire alla propria clientela e molti negozi propongono di acquistare bio-shopper da riutilizzare poi per la raccolta dei rifiuti organici, ma attenzione:

LEGAMBIENTE LANCIA L'ALLARME: NON TUTTE LE BIO-SHOPPER SONO COMPOSTABILI!

Per approfondire vi proponiamo di seguito l'articolo apparso su GreenReport di ieri 20 Gennaio e ci riserviamo di dedicare a questo argomento nuovi post per permettervi di scegliere il sacchetto giusto per la vostra raccolta differenziata!

Falsi bio-shopper: rilevato caso di pubblicità ingannevole su segnalazione di Legambiente

FIRENZE. Su segnalazione di Legambiente, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha rilevato un caso di pubblicità ingannevole, dando ragione all'associazione ambientalista: gli shopper di plastica tradizionale con l'aggiunta dell'additivo chimico Ecm non possono essere pubblicizzati e venduti come biodegradabili e compostabili perché non rispettano le condizioni e i tempi previsti dalla normativa comunitaria e nazionale di settore, spiega l'Autorità.

Il caso risale allo scorso 4 febbraio quando Legambiente aveva segnalato che sul mercato nazionale si stavano diffondendo dei sacchetti in plastica tradizionale che grazie all'aggiunta di un additivo chimico, l'Ecm Masterbatch Pellet, venivano presentati dall'azienda Italcom come biodegradabili e compostabili in modo generico e del tutto ingannevole- informano dall'associazione- inducendo in errore i comuni italiani, gli esercizi commerciali e le catene della Grande distribuzione organizzata.

«Finalmente è stata fatta chiarezza e siamo molto soddisfatti dell'esito di questo pronunciamento, sicuramente innovativo per il nostro Paese - ha sottolineato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - Continueremo a vigilare per evitare che la nuova stagione di grande innovazione inaugurata con il bando ai sacchetti di plastica tradizionale usa e getta (in vigore dal 1 gennaio 2011 ndr) possa permettere ai furbi di fare affari ai danni dell'ambiente, ingannando le amministrazioni e le aziende che vogliono invece adeguarsi alla normativa vigente sugli shopper, per ridurre gli impatti ambientali di questa filiera». L'Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha definito ingannevole la pubblicità di Italcom, Arcopolimeri e Ideal Plastik, ne ha vietato l'ulteriore diffusione e ha previsto anche multe di 40mila euro per la prima azienda e 20mila per le altre due.

(Fonte: www.greenreport.it)



lunedì 17 gennaio 2011

“RomaDifferente” arriva a Villa Glori

16 Gennaio 2011 In questa splendida domenica di sole, “RomaDifferente” è arrivata con i suoi banchetti a Villa Glori - parco adiacente al quartiere Villaggio Olimpico, dove dal 2008 è attivo il servizio PaP - per portare informazione e raccogliere come sempre le opinioni del quartiere.

Visto il bel tempo, molte famiglie hanno scelto di fare una passeggiata nei pressi della villa e magari perché no, tra una chiacchiera e l’altra, trovare qualcosa di interessante tra le bancarelle del bellissimo mercatino dell’antiquariato che si è svolto nel corso della giornata.

Nonostante il delizioso profumo che proveniva dal banchetto di dolciumi proprio davanti al nostro e i tanti bambini ansiosi di poter scorazzare con le proprie biciclette all’interno del parco, molte persone si sono lasciate catturare dal nostro coloratissimo banchetto e con noi hanno condiviso considerazioni, suggerimenti, critiche e perplessità rispetto alla corretta gestione dei rifiuti nella Capitale.

Siamo stati contenti di notare ancora una volta, che sono molti quelli che approverebbero il passaggio alla raccolta differenziata “porta a porta” e che per questo hanno scelto di contribuire con la propria firma alla Campagna “RomaDifferente”.

Abbiamo raccolto inoltre tante opinioni positive anche da parte di molte persone provenienti da altri comuni e province della nostra regione dove la raccolta “porta a porta” è già una realtà effettiva che sta dando i suoi buoni risultati.

A conclusione di questa intensa mattinata perciò, possiamo dirci molto soddisfatti della partecipazione e contenti di aver contribuito ancora una volta all’informazione dei nostri concittadini.

venerdì 7 gennaio 2011

La raccolta "porta a porta" tutela la salute!

Vi proponiamo la lettera scritta lo scorso Agosto dall'oncologa Patrizia Gentilini, membro dell'associazione Medici per l'Ambiente, al Direttore del "Il Resto del Carlino" dove si spiegano i benefici della raccolta dei rifiuti "porta a porta", metodo avviato anche nella città dove risiede, Forlì.

"Gentile Direttore,

vedo che sono frequentemente pubblicate lettere che esprimono riserve e timori circa la raccolta porta a porta dei rifiuti, specie per quanto attiene un eventale aumento delle tariffe. Per una volta, come medico talvolta definito "allarmista", mi sia consentito di intervenire per portare viceversa buone notizie, rassicurare tutti e far dormire sonni tranquilli ai nostri concittadini. Con tutta l'esperienza che ho maturato in questi anni posso davvero affermare, senza timore di smentite, che se c'è una cosa di cui non ci si deve preoccupare è proprio la raccolta domiciliare.

Anzi, vorrei avere una "finestrina cardiaca" attraverso cui tutti potessero sbirciare e vedere quanta gioia ci sia nel mio cuore da quando ho saputo che anche nella nostra città si adotterà la raccolta "porta a porta".

Eh sì, cari concittadini, se vogliamo guarire dalla "malattia rifiuti", il primo passo è proprio questo: iniziare con una buona differenziazione dei rifiuti alla fonte! Se posso fare un paragone sarebbe come essere a letto con la febbre e tenere la finestra spalancata: per quanti antibiotici prendiamo il freddo che entra non ci permette di guarire e così, perifrasando, fare la raccolta domiciliare è come chiudere la finestra, il primo passo verso la guarigione dalla "malattia rifiuti"!

Perché sono tanta fiduciosa? Semplice, perchè la raccolta domiciliare non è una "balzana" idea del nostro Sindaco, ma quanto praticato già da anni da milioni di cittadini nel nostro Paese e che ha dimostrato di comportare i maggiori vantaggi sia in termine di riduzione di rifiuti (mediamente -20%), aumento della raccolta differenziata (fino al 70-80%) e, soprattutto, a regime, diminuzione delle tariffe (-15%). Ricordo che già nel 2006 una ricerca su oltre 13 milioni di cittadini fatta dall'Ecoistituto di Faenza dimostrava quanto vi sto dicendo.

Già oggi un cittadino che vive in un appartamento di 80 metri quadri in Provincia di Treviso, ove si fa il porta a porta, paga per la Tarsu 90 euro l'anno rispetto ai 120 euro circa che si pagano da noi, vi pare poco? Questo non succede solo in Veneto, ma anche in province del Lazio, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Piemonte, Campania.... Ad Ancona, proprio in questi giorni, è in atto in Consiglio Comunale un ripensamento dell'intero ciclo dei rifiuti e si stima una diminuzione del 30% delle tariffe adottando la raccolta domiciliare spinta finalizzata al riciclo totale della materia.

La raccolta domiciliare certamente comporta un cambiamento di abitudini ed un maggior numero di addetti, richiede quindi una adeguata informazione, la collaborazione di tutti ed un aumento degli occupati. Maggiori occupati (cosa non disprezzabile coi tempi che corrono) significa maggiori costi, ma sia chiaro: questi maggiori costi sono ampiamente compensati dai minori costi di smaltimento del residuo, dai minori investimenti e dal maggior guadagno che proviene dalla vendita dei materiali ben differenziati alla fonte ed è qui che vogliamo si vada a parare: la raccolta porta a porta deve essere finalizzata al riciclo e non all'incenerimento!

E non si dica che non esiste mercato per il riciclo in periodo di esaurimento di risorse come l'attuale: il 10 Novembre 2009 Assopannelli ha denunciato la carenza di legno di riciclo per la costruzione di pannelli truciolari, legno che insieme a tante altre nobili materie quali carta e plastiche viene totalmente sprecato nelle voraci fauci degli inceneritori!

Infine, e mi stupisce davvero che mai questo venga messo sul "piatto della bilancia", perchè nessuno affronta il problema dei "costi esternalizzati", ossia i costi in termini di danni alla salute ed all'ambiente che provengono dalle attività industriali/energetiche/produttive, ecc? Questi costi, riconosciuti e valutati (oltretutto parzialmente) dall'UE, variano, per l'incenerimento di una tonnellata di rifiuti da 4.5 a 21 Euro, a seconda dell'efficenza energetica raggiunta dall'impianto.

Allora, se mettiamo sul piatto della bilancia la riduzione del 20% della TARSU che si ottiene col porta a porta, l'assenza di costi esternalizzati, i nuovi posti di lavoro che si creano, da che parte pende la bilancia?

A me pare che penda tutta da una sola parte e che i motivi per dire sì al porta a porta - "senza se e senza ma" - siano indiscutibili.

O forse a qualcuno non interessa farci guarire dalla "malattia rifiuti"?

Patrizia Gentilini

ISDE Italia"